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Comunicato stampa 02/02/2007 –
responsabile: Netzwerk Bildungsfreiheit (rete per la libertà di istruzione)

Quindicenne portata con la forza alla psichiatria

Melissa Amina BusekrosDurante l’estate del 2004 Melissa, attualmente quindicenne, è stata bocciata non riuscendo a passare all’ottava classe del liceo „Christian-Ernst-Gymnasium“ della città di Erlangen (Baviera), essendo insufficiente in latino e matematica. La sua classe era molto agitata e, per l’assenza degli insegnanti, non ha potuto ricevere l’appoggio necessario. Per ripetere il settimo anno scolastico le sarebbe toccata una classe di composizione ancora più problematica. Inoltre, per un’alunna con buoni risultati in altre materie, ciò avrebbe causato una notevole perdita di tempo. Per questo i genitori decisero di darle lezioni private e un appoggio particolare a casa. Di propria iniziativa continuava a seguire solo le lezioni di musica e le prove del coro della scuola. Però, la scuola e le autorità scolastiche non accettarono questa soluzione. Annullarono l’iscrizione di Melissa e la assegnarono a una scuola di istruzione basica nel suo distretto scolastico.

Di conseguenza, i genitori Busekros continuarono ad istruire la figlia in casa. È importante ricordare che gli altri 4 figli in età scolare dei Busekros frequentano normalmente la scuola. Al termine dell’anno scolastico 2005/2006, per Melissa finì l’obbligo di frequentare la scuola a tempo pieno. Nonostante questo fatto, nell’agosto del 2006, l’ufficio per la gioventù della città di Erlangen si rivolse al Tribunale Familiare, che citò i genitori e la figlia maggiore. Si presentò solo il padre. La figlia era in vacanza all’estero. Le autoritá insistivano nel voler sapere esattamente dove si trovasse Melissa e tutti i suoi spostamenti. Inoltre il giudice del tribunale fece visita alla casa della famiglia Busekros senza alcun preavviso.

La famiglia Busekros è conosciuta e stimata dai vicini. La loro disponibilità a farsi fotografare in casa per un articolo nel giornale „Erlanger Nachrichten“ dimostra che non hanno niente da nascondere. Però questo non è bastato alle autorità. Martedì 30 gennaio 2007, al mattino presto, i rappresentanti dell’ufficio per la gioventù di Erlangen e alcuni poliziotti sorpresero la madre e i figli – il padre era già uscito per il lavoro – e richiesero che Melissa andasse immediatamente con loro. L’ordine del tribunale municipale di Erlangen (No. di rif..: 006 F 01004/06) del 29 gennaio 2007 dice : „si incarica e si autorizza l’ufficio per la gioventù in questione di portare la ragazza – se necessario anche con la forza – all’udienza e di servirsi delle forze dell’ordine.“

Quindi portarono Melissa nella Clinica Psichiatrica per bambini e giovani di Norimberga, e, in presenza dell’esperto Dr. Schanda, la sottoposero a un interrogatorio. Dopodichè, circa tre ore e mezza dopo averla portata di peso alla clinica di Norimberga, la riportarono a casa dai suoi genitori. Però una batosta ancora più grande aspettava i genitori pieni di sollievo e i tre fratelli minori che non sapevano se e quando l’avrebbero rivista.

Nel pomeriggio del 1 febbraio, in casa della famiglia Busekros apparvero il giudice di famiglia, i rappresentanti dell’ufficio per la gioventù di Erlangen e quindici poliziotti per portare Melissa di nuovo nella clinica psichiatrica per bambini e giovani della clinica di Norimberga. L’ordine ufficiale con il quale fu emessa l’ordinanza, secondo informazioni da parte del padre Hubert Busekros, comprende anche la privazione immediata della patria potestà. Questo trattamento riservato ad una ragazza quindicenne, senza alcun previo avvertimento, viene giustificato da un ritardo scolastico di circa un anno e dall’esistenza di una fobia scolastica.

Solo le famiglie aprono delle prospettive“ è il titolo di un articulo sul giornale (Erlanger Nachrichten) che mostra la foto della famiglia Busekros: una felice primogenita sorridente, in compagnia della sua famiglia – le faranno perdere il suo sorriso? Cosa faranno a questa ragazzina giovane, sensibile, con tanto talento per la musica, solo perchè i rappresentanti delle autorità in questione la usano come esempio? Accettano coscientemente di traumatizzare questa ragazzina, finora modesta e apprezzata, per imporre con tutti i mezzi l’obbligo di frequentare la scuola, che in questo caso sarebbe addirittura solo parziale, senza metterlo minimamente in discussione.

Se Melissa abitasse in Austria, nella Repubblica Ceca, in Francia, in Belgio o in Italia, probabilmente tutte le persone coinvolte – l’alunna, i genitori e gli esperti in pedagogia delle autorità in questione – sarebbero soddisfatti perchè starebbe seguendo una via ottima per la sua persona, per le sue particolari esigenze di istruzione. In questi paesi, come in quasi tutti i paesi del mondo, l’apprendimento in casa è un’alternativa riconosciuta al pari della scuola, con il quale sopprattutto gli alunni con esigenze e talenti particolari hanno grandi vantaggi. Molti bocciati tedeschi, avendo genitori interessati come quelli di Melissa, avrebbero la maturità in tasca prima dei loro coetanei. Il caso di Melissa, invece, viene trasformato in un caso psichiatrico: la sorte di un’alunna tedesca.

Netzwerk Bildungsfreiheit (la rete per la libertà di istruzione) protesta energicamente contro il comportamento spietato, erroneo e completamente inadeguato delle autorità in questione ed esige che i responsabili permettano a Melissa Busekros di tornare immediatamente in libertà e dalla sua famiglia. Inoltre Netzwerk Bildungsfreiheit (la rete per la libertà di istruzione) chiede a tutti i politici e titolari di funzioni pubbliche di assicurare che, non solo a Erlangen, ma in tutta la Germania – se fosse necessario anche con conseguenze a livello del personale – non succedano mai più tali violazioni dei diritti dell’uomo e azioni di arbitrarità statale.

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Questa comunicato stampa è pubblicato da Netzwerk Bildungsfreiheit (rete per la libertà di istruzione):
http://www.netzwerk-bildungsfreiheit.de.

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